Mentre la Capitale è sommersa dai rifiuti
Il neopodestà Marino (PD) nomina un indagato a supermanager dei rifiuti
Poi è costretto al dietrofront

Il neopodestà di Roma Ignazio Marino, che tante speranze aveva suscitato soprattutto nella “sinistra” borghese al suo insediamento come De Magistris a Napoli e Pisapia a Milano, si rivela nella migliore delle ipotesi un incapace nella scelta dei suoi manager, nella peggiore si mostra intrallazzato con personaggi discutibili.
E’ quanto accaduto con la designazione di Ivan Strozzi a presidente della municipalizzata romana della nettezza urbana Ama, rimasto in carica per soli sei giorni, perché - non essendo a conoscenza, dice Marino, di indagini della magistratura a suo carico per reati ambientali - chiede e ottiene le sue dimissioni.
Strozzi infatti è sotto indagine da parte della procura della Repubblica di Patti, in provincia di Messina, per inadempimento di contratti in pubbliche forniture, frode in pubbliche forniture e traffico illecito di rifiuti commessi dal manager quando era amministratore delegato di Enia, l’azienda multiservizi che operava a Parma, Reggio Emilia e Piacenza, oggi Iren, e i fatti riguardano l’attività svolta dall’Enia a Messina sulla base di un contratto stipulato nel 2005. In realtà Strozzi sarà sicuramente rinviato presto a giudizio in quanto ha ricevuto lo scorso ottobre insieme ad altri 18 indagati la notifica dell’atto di conclusione delle indagini previsto dall’articolo 416 bis del codice di procedura penale, atto che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio.
Strozzi afferma di non avere informato il sindaco, ma sembra inverosimile che Marino fosse all’oscuro di questo fatto, dal momento che egli ha a disposizione il corpo di polizia di Roma capitale i cui funzionari possono accedere al centro elaborazione dati delle forze di polizia dove risultano ovviamente anche i procedimenti penali in corso nei confronti di chiunque: quindi o Marino procede alle nomine di importantissimi manager comunali con preoccupante leggerezza e con il rischio di designare persone che si troveranno presto imputate o Marino sapeva tutto e ha sperato (come spesso accade per molti politicanti borghesi) che il fatto non venisse a galla.
Se si pensa che Strozzi è uomo da sempre vicino al PD del quale fa parte anche Marino e che la sua nomina era fortemente voluta anche dall’assessore all’ambiente Estella Marino del PD, sembra molto più probabile che Strozzi era caldeggiato solo per il vecchio giochetto della lottizzazione politica fatta in barba ad ogni considerazione di tipo etico sulla rispettabilità dei candidati a rivestire incarichi pubblici.
Insomma, Marino ha consegnato con questo passo falso una vittoria ai fascisti ripuliti dell’opposizione nel consiglio comunale di Roma e contemporaneamente ha perso ulteriore credibilità nella gestione dei rifiuti della capitale, che è allo sbando più totale e peggiora sempre di più proprio nel momento in cui è scoppiato lo scandalo a seguito dell’inchiesta della magistratura che sta facendo luce su una vera e propria gestione mafiosa dello smaltimento ad opera della banca di Cerroni.

29 gennaio 2014